intestazione sol cobas

Fuori i nazisti dalla Storia

Appello nuova fase titolo

L'appello per l'ennesimo fronte nazionale di lotta promosso dal SI.Cobas, con assemblea a Bologna il 7 novembre, e la conseguente risposta profondamente critica redatta da una delle sue strutture territoriali di Napoli, mettono il dito nella piaga in un dibattito che il sindacalismo e la sinistra politica di classe, devono necessariamente affrontare.

Un dibattito che deve muovere dalla portata storica della "Nuova Guerra Mondiale" scatenata dal grande capitale sulla pelle di miliardi di proletari, ovvero dell'umanità intera. Una accelerazione/svolta epocale, rispetto alla quale sono necessari la massima chiarezza analitica e zero tentennamenti e ambiguità nel collocarsi "senza sé e senza ma" nel movimento di lotta contro il lasciapassare sanitario e la vaccinazione obbligatoria, contro il governo Draghi, per la sua cacciata immediata attraverso l'occupazione delle piazze e il blocco dei gangli vitali dell'economia attraverso uno sciopero generale prolungato fino al raggiungimento dell'obiettivo.

Particolarmente pregnante e condivisibile da questo punto di vista, il riferimento che i compagni napoletani fanno, anche se indirettamente, alla prospettiva di una società complessivamente alternativa a quella capitalista. Una società in cui gli operai, attraverso la loro lotta politica complessiva (non certo attraverso le rivendicazioni sindacali immediate, tantomeno attraverso la contrattazione aziendale), si liberano dalle catene dello sfruttamento, smettono di essere "schiavi salariati" e, così facendo, aprono le strade ad una nuova società, ad un nuovo modo di produzione emancipato dallo sfruttamento del lavoro umano.

Questo è il livello storico dello scontro. Questa dev'essere la bussola che guida tutte le organizzazioni, vecchie e nuove, del proletariato. Ad evidenziarlo sono nuovamente le centinaia di migliaia di persone, che continuano a mobilitarsi, dall'Italia alla Nuova Zelanda, ovvero in tutte le opulenti e decadenti metropoli occidentali. Un numero che cresce enormemente se guardiamo alle masse proletarie e popolari già in lotta, per lo più del sud del mondo e che, da tre secoli a questa parte, se non di più, non hanno certo tempo per sintonizzarsi su "Radio emergenza Covid", dal momento in cui conoscono bene l'acre odore della carneficina perpetuata attraverso il colonialismo economico e la guerra militare condotta dall'imperialismo.

Una radio che ci inonda o con cifre e dati, espressi tramite "curve epidemiologiche" dal sapore tendenzialmente azionistico (e che quasi tutta la "sinistra", istituzionale e non, preferisce scambiare opportunisticamente per scienza) ma che non può nascondere i 400.000 morti di malattie tumorali e cardiovascolari (solo in Italia) i 2 milioni di operai che muoiono ogni anno per il lavoro, oltre ai 50 milioni che muoiono ogni anno di fame e di guerra, o nel tentativo di fuggire da esse (a livello mondiale)

Un quadro estremamente serio che, a nostro avviso, in relazione alle sollevazione di massa nelle metropoli occidentali, ancora sostanzialmente pacifiche e intrisa di un certo "conservatorismo democratico interclassista", non ha certo bisogno dalla triste e noiosa litania della "lamentela contro i padroni lontani dagli interessi delle masse lavoratrici", recitata da gran parte delle sedicenti avanguardie del movimento per poi incitare nel concreto... al presunto antifascismo di PD, ANPI e CGIL, in realtà complici della pesante ristrutturazione capitalista anti-operaia e anti-popolare (pesanti rincari dei beni essenziali, ulteriori tagli e privatizzazioni del servizio pubblico, pesanti limitazioni dell'agibilità politica e sindacale, sblocco degli sfratti, delocalizzazioni con serrate e licenziamenti di massa.

Di fronte ad una tale svolta economica e politica dittatoriale/totalitaria, prendere le distanze da un movimento di massa tenace e diffuso come quello in corso da 4 mesi in tutta Italia, agitare lo spauracchio di presunte derive a destra, finisce per concedere spazi enormi proprio a quella destra sovranista, populista e interclassista, candidandola ad essere l'unica sponda al movimento di massa che si contrappone a Draghi e, allo stesso tempo condannando il Movimento Operaio ad un ruolo passivo e marginale nello scontro, senza alcuna aspirazione egemonica da un punto di vista politico più generale. In sintesi è una capitolazione al grande capitale, da tutti i punti di vista.

Solidarizzando apertamente con le posizioni espresse dai lavoratori e dai compagni di "Banchi Nuovi iscritti SI. COBAS", in quanto componente sindacale indipendente interna al movimento "NO Green pass", cogliamo l'occasione per avanzare due proposte di carattere politico - organizzativo, che stanno emergendo tanto nelle assemblee sui posti di lavoro, quanto nelle piazze di questo inedito movimento di lotta.

- Costituzione di casse di resistenza/Associazioni operaie e popolari di Mutuo Soccorso per dare sostegno, nell’immediato, alle lotte dei lavoratori che contrastano chiusure e licenziamenti di massa o che vengono estromessi dal lavoro perchè, vaccinati e non, rifiutano di esibire il Green Pass;

- Costituzione di Organismi Territoriali di Lavoratori in ogni città con l'esplicito obiettivo di estendere la battaglia nei luoghi di lavoro sulla piattaforma di lotta dell'11 ottobre e di essere riferimento organizzato e organizzativo, in tutte le piazze d'Italia raggiungibili sulla base di contenuti e simboli comuni

Su questi presupposti, proponiamo l’indizione, da decidere a breve termine congiuntamente con le realtà interessate, di una riunione nazionale che si pronunci apertamente su contenuti e proposte praticabili per rilanciare una immediata mobilitazione nei luoghi di lavoro che dia forza e contenuto alla resistenza proletaria e popolare in essere, verso una prospettiva anticapitalista.

Milano, 14 novembre 2021

Sol Cobas

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