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Quella dei ricorsi gerarchici per gli arretrati delle giornate di ferie malretribuite, presentati ad Atm dai lavoratori con il pesante condizionamento dei sindacati, appare sempre di più una vera e propria trappola.

Tutti i lavoratori che hanno presentato ricorso gerarchico sono ora, giuridicamente, legati alla risposta aziendale al ricorso presentato o all'eventuale accordo tra ATM e sindacati.

In teoria e come prevediamo, potrebbe non esserci nessuna risposta per mesi e, fosse per loro, anche per anni.

Un grande "lavorio" dei rappresentanti sindacali filo-aziendalisti per raccogliere qualche migliaio di ricorsi gerarchici, per rimanere ora tutti fermi ad ascoltare le mille frottole che ora vengono raccontate dagli stessi sindacalisti in giro nei depositi.

Ma cosa c'è dietro tutto cio? Per una vertenza che potrebbe costare ad Atm tra i 10 e i 15 milioni di euro, non potevano ovviamente non scendere in campo proprio loro, i sindacati(cgil, cisl, uil, faisa ugl, sama, ecc.), per provare a limitare un pò i "danni" per l'azienda.

10/15 milioni di euro che potrebbero essere considerate noccioline rispetto al notevole taglieggiamento alle nostre buste paga, operato dagli stessi soggetti sindacali con l'ultimo contratto nazionale rinnovato dopo 8 anni di mancato rinnovo, e sottoscritto con la solita una-tantum di 600 € a fronte di 7/8 mila euro.

La vertenza che stiamo provando a portare avanti, andrebbe quindi a fare una piccola, parziale "giustizia" su quanto tolto ai lavoratori da: sindacati, aziende tutte e dalla politica corrotta. Una piccola giustizia per stipendi da fame, sopratutto per i lavoratori più giovani nelle aziende di TPL che cominciano ad aderire massicciamente ai nostri scioperi, come grido di battaglia e di controffensiva.

In Atm è più che evidente come i sindacati non vogliano assolutamente intralciare i conti aziendali, basta vedere quanti di loro vegetano con "posti sotto al sole": oltre 150 personaggi con stipendi al 100% ma che producono, nei migliori dei casi il 50%, per diversi invece altri siamo addirittura allo 0%.

La proprosta che facciamo ad Atm è quindi di andare a recuperare parte del "malloppo", da questa grande sacca di parassitismo allo stato puro, facendo tornare in produzione al 100% i soggetti di cui sopra: sarebbero diversi i milioni recuperabili.

Dopo il gran bel da farsi degli rsu ed rsa nell'insistere a far firmare i ricorsi ora in mano ad ATM, il panorama vede quindi ad oggi alcune migliaia di lavoratori tenuti letteralmente in "ostaggio".

A fronte della nostra inziativa di provare a rivendicare molto più degli ultimi 5 anni di arretrati, i 7/8 "porcellini" aziendali, non hanno ora il benchè minimo coraggio di metterci la faccia e la responsabilità di sottoscrivere il solito accordo una-tantum.

Di fatto, stanno provando a demandare a noi la soluzione del problema. Il nostro perciò ora è un ultimatum: o entro il 30 ottobre p.v. arrivano a definire un accordo, anche se di m..., o proporremo ai lavoratori una campagna di disdetta di massa da quei sindacati.

Infine, per quei lavoratori che ancora non hanno consegnato al proprio funzionario il ricorso firmato, li invitiamo ad unirsi alla nostra iniziativa che, nei prossimi giorni, ci vedrà riuniti in assemblea per decidere tutti insieme se avviare la vertenza legale.

Milano, 17 ottobre 2019                  www.solcobas.org

 

                    per contatti: tel. 02.83526687 o fax 02.39293143

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