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VIGILANZA PRIVATA

ATM: SE ERRARE PUÒ ESSERE UMANO, PERSEVERARE È DIABOLICO!

 Abbiamo già scritto della critica situazione salariale che, per anni, hanno vissuto gli operatori che vigilano di notte i depositi di Atm – Milano. È infatti noto a molti come il contratto nazionale di settore siglato da Cgil, Cisl, Uil,... prevede, per gli operatori di vigilanza/servizi fiduciari a livello nazionale, "salari" di 950 euro lordi!!

Da oltre 2 anni, in Atm abbiamo avviato una vertenza legale per accendere i riflettori su quella che per noi è risultato essere, sin dall'inizio, un certo tipo di sfruttamento con tutti i crismi della legalità.

8 mesi fa arriva finalmente la prima sentenza del tribunale di Milano che conferma in toto le previsioni dei nostri avvocati, oltre che le nostre: una paga mensile di 950 euro è assolutamente insufficiente per i bisogni umani e paghe da adeguare a 1218 euro mensili.

Condanna quindi inevitabile per il datore di lavoro(GSA Spa), ma anche per la committenza(ATM Spa) riconosciuta responsabile in solido di non vigilare sui salari da fame dei lavoratori che operano in appalto al suo interno. Svariate decine di migliaia di euro che entrambi i soggetti hanno dovuto sborsare a risarcimento dei lavoratori per quanto riguarda gli arretrati.

Passa il tempo e 2 mesi fa è arrivata una nuova, pesante condanna dallo stesso tribunale di Milano ad opera di un giudice diverso dal precedente che ha, pari pari, confermato la stessa sentenza del giudce precedente, condannando nuovamente sia Atm Spa e, questa volta, la precedente società(IVRI Srl) che gestiva lo stesso appalto di vigilanza prima di GSA al pagamento degli di tutti gli arretratati.

Visto che siamo in periodi di una tantum, bonus e ristori, ci teniamo a sottolineare che il pagamento degli arretrati a favore dei lavoratori sono stati nella misura del 100%.

E siamo al presente. Emesse le sentenze integrali da parte dei giudici, ATM non solo non si è preoccupata di imporre a GSA l'adeguamento definitivo degli stipendi dei suoi dipendenti che ancora latitano irresponsabilmente a 950 euro mensili invece che a 1218, ma ha proposto addirittura ricorso in appello contro le sentenze precedenti.

Essendo che GSA, argutamente, non ha fatto ricorso in appello, lasciando questa incombenza solo ad ATM, ci viene come da pensare un pò a male rispetto a questa decisione: essendo che neanche un euro verrà scucito da parte di alcun dirigente ATM per il ricorso in appello, si possono bellamente utilizzare i soldi della comunità e dei contribuenti per fare ciò che si vuole, magari per beccare una nuova sconfitta a danno degli sfruttatori a 950 euro al mese, così come immaginiamo quasi sicuramente si esprimeranno i giudici d'appello.

Milano, 02 luglio 2021                            www.solcobas.org

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