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Si infiamma la lotta nella filiera GLS

 

   BRT - Rovereto(TN):  il disgelo continua a parlare africano!

Dopo alcuni incontri preparatori gli operai decidono di passare all’attacco e organizzano lo sciopero

per mettere fine ad

una situazione diventata insostenibile:

  • Livelli di inquadramento da apprendistato, o poco più

  • Istituti contrattuali defraudati del 40%

  • Contratti precari che imperversano

  • Indennità di malattia tagliata

In poche parole, anche alla BRT, e nonostante gli accordi sindacali stabiliti col SI.Cobas, il copione musicale non è cambiato di molto: dove ci sono le cooperative, dove la manodopera non è di madrelingua italiana e dove l'opposizione si riduce a formali accordi sindacali, imperversa la solita vecchia legge dei padroni, quella dello sfruttamento operaio!

Una lezione che gli operai della BRT di Rovereto, dopo averla imparata sulla propria pelle, hanno tradotto in azione conseguente. abbandonando l’infruttuosa strada degli accordi sindacali, utili alle aziende per imporre la pace sociale e, quindi alla propria libertà di trasformare il salario e i diritti acquisiti in “concessioni democratiche” (ma si sa: le concessioni non sono altro che le briciole che cadono dai loro tavoli miliardari).

Una lezione che si é tradotta in un "passare all’azione", senza cercare alcuna elemosina legata a qualche trattativa e raccogliendo il prezioso sostegno di diverse decine di compagni di Rovereto a cui va tutto il nostro plauso per la coerenza con cui hanno tradotto i loro principi di classe e di lotta all'ingiustizia del capitale.

Lo sciopero, con blocco totale dei mezzi inizia alle 17,30 del 21 dicembre è proseguito, in un clima gelido, fino alle 22,30. Un clima gelido contrastato però dal calore della lotta che qui, come nella maggioranza delle situazioni combattive che si sono avvicendate nell’ultimo decennio nella logistica italiana, parla lingue e dialetti provenienti…da oltre i confini meridionali del Mediterraneo. Provenienti cioè dalla vituperata e devastata Africa, oggetto di scorribande occidentali di ogni tipo, teatro di guerre utili alle multinazionali sia per gli interessi diretti(basti pensare all’italianissima ENI, unica azienda a non aver abbandonato la Libia, anzi ad averne fatto base di partenza per proseguire sulla strada della ulteriore nuova spartizione imperialista dell’Africa), sia per quelli che ne derivano dall’enorme esercito di riserva che, provenendo esattamente da quel continente, si trova costretto a fornire nuova schiavi nelle metropoli occidentali che dirigono le operazioni.

A ben pensarci, l’enorme danno creato dallo sciopero di stasera, è ben poca cosa rispetto al business internazionali che si consuma almeno due volte sulla pelle dei proletari africani.

A ben pensarci, a prescindere dai risultati sindacali che ne conseguiranno….

E’ STATO GIUSTO COLPIRE!

Seguono news…...

 

Trento, 21 dicembre 2017

SINDACATO DEGLI OPERAI IN LOTTA – COBAS

www.solcobas.org

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