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La vicenda è quella della vertenza relativa all’errata retribuzione delle giornate di ferie che, come sindacato, abbiamo intrapreso in Atm circa 3 anni fa in mezzo ai quali si è incuneato l’evento, definito pandemia, che ha indubbiamente rallentato il percorso.

Ma, a rallentare in maniera importante l’andamento della causa, non possiamo non rilevare il lavorio di Atm nel creare cavilli giuridici che puntualmente venivano presentati alle udienze per ottenere, a nostro modo di vedere, rinvii su rinvii e posticipare quindi il verdetto del giudice.

Di rilievo sono state sopratutto le ultime 3 richieste di rinvio. Il penultimo rinvio ha determinato, nientepocodimenochè, il rinnovo del contratto nazionale autoferro dalle 4 noccioline di aumento che ha incluso anche l’indennità ferie di 8 euro ottenuta, riteniamo, su una più che probabile pressione di Atm sui sindacati confederali firmatari, pressione che aveva tutto il sapore di sminuire e rallentare la vertenza milanese.

Il rinvio proposto da Atm prima della penultima udienza, si basava infatti nell’attendere il risultato del referendum di approvazione del miserabile contratto nazionale, tenutosi nei giorni 8/9/10 giugno rispetto al quale, la quasi totalità dei tranvieri lungo lo stivale ha potuto ampiamente apprezzare una trasparenza dal tasso percentuale pari allo 0. Un referendum che di trasparente aveva solo l’aria fritta diffusa dai rappresentanti RSU prima e durante lo svolgimento della stessa messa in scena referendaria.

L’ultima richiesta di rinvio da parte di Atm dell’udienza conclusiva del 27 settembre, arriva invece grazie alla pressione sui sindacati confederali a livello aziendale, tirati in ballo per provare ad arrivare ad un accordo da portare poi come “trofeo” nella prossima e, si spera, ultima udienza che si terrà a fine ottobre.

Ma, nel corso della breve udienza interlocutoria del 27 settembre, il giudice ha comunque fatto presente ad Atm la fondatezza dei ricalcoli delle ferie basati su ben 15 anni di arretrati a partire dal 2007, riconteggi depositati in tribunale dagli avvocati a cui facciamo riferimento.

Ma quale potrebbe essere questo trofeo di accordo aziendale che Cgil, Cisl, Uil, ecc. potrebbero andare a stipulare con Atm per provare, sopratutto, a sovvertire il verdetto finale della causa da noi intrapresa?

Semplice! passare dai 15 anni di arretrati da noi proposti, ai classici ultimi 5 anni che i sindacati aziendali potrebbero andare a sottoscrivere, garantendo così un bel pacchetto di milioni di risparmio ad Atm e rivolgendo ancora una volta il classico gesto dell’ombrello per diverse migliaia di lavoratori: nulla di nuovo sotto il cielo, è la storia che si ripete da 40 anni, con tutte le aziende di TPL che hanno letteralmente trasformato le risorse non più umane ma, le poche che rimangono, risorse fortemente disumanizzate.

Non possiamo non evidenziare, per concludere, come il sonoro schiaffone che i sindacati in Atm ci rovesceranno, si andrà inevitabilmente a riversare anche su tutti gli oltre 100 mila tranvieri che si potrebbero veder precludere, nelle rispettive aziende, molti più anni di arretrati rispetto agli striminziti 5 accordati alle aziende dalle bande sindacali corrotte e colluse.

6 ottobre 2022

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