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Comunicato Stampa

SULLA CHIUSURA DI SDA A CARPIANO E LA ROTTAMAZIONE DI OLTRE 200 OPERAI

Con decisione improvvisa il 22 luglio SDA Express annuncia di voler chiudere l'hub di Carpiano dal 1 agosto. Immediatamente il Consorzio UCSA, fornitore del servizio di magazzinaggio dell'azienda dichiara di ritrovarsi con un esubero di 204 operai, di non avere alcuna possibilità di ricollocarli e quindi di dover ricorrere ad un licenziamento collettivo ai sensi della Legge 223/91.

Le zone d'ombra in questa vera e propria guerra-lampo anti-operaia sono molteplici.

Innanzitutto la decisione viene presa da SDA/UCSA mentre era ancora in corso una precedente procedura di ristrutturazione finalizzata a 120 licenziamenti su base volontaria, per far fronte ad un presunto squilibrio fra la merce lavorata (circa 80.000 pacchi al giorno) e il numero di operai in forza (circa 330). In ogni caso vengono ribaltati tutti i presupposti della legge che impongono prima il ricorso agli ammortizzatori sociali e poi, in ogni caso, di cercare alternative guardando a tutte le unità produttive coinvolte dalla ristrutturazione

Con un preavviso di una settimana la SDA invece dimostra solo di voler rottamare gli operai in nome del "diritto" di mettere il business aziendale al di sopra di qualsiasi diritto sociale

Ma in realtà, anche guardando alla vicenda dal cinico punto di vista del business e della conseguente riorganizzazione del lavoro...., non tornano i conti. La ristrutturazione che provocherebbe la chiusura dell'hub di Carpiano, infatti, sarebbe dovuta alla recente entrata in funzione del nuovo e più performante hub di Bologna nonché alla possibilità di utilizzare quello di Piacenza per bypassare completamente il nodo milanese. Ma basterebbe analizzare con un minimo di serietà i disguidi tecnico-operativi in atto, prodotti cioè dall'interruzione dell'attività lavorativa a Carpiano (in realtà già avvenuta in anticipo rispetto alla chiusura prevista) per comprendere che la decisione aziendale poggia si basa su obiettivi di altra natura, ovvero il bisogno di colpire i livelli salariali raggiunti a Carpiano dopo 8 anni di incessante lotta sindacali e imporre con la forza (come nei già citati hub di Bologna e Piacenza) contratti di lavoro precari e livelli salariali del 30% inferiori. Forti di questo obiettivo strategico i dirigenti dell'azienda, sembrano incuranti delle 30000 giacenze al giorno che hanno fatto immediatamente seguito al blocco delle spedizioni in transito da Carpiano, con ripercussioni negative sulle lavorazioni aziendali in tutto il territorio nazionale.

Mentre gli ingegneri della macellazione sociale attendono che gli venga assegnato l'Oscar per "manifesta intelligenza superiore" la maggioranza dei 200 operai rimasti a Carpiano dichiarano battaglia, presidiando l'hub dentro e fuori 24 ore su 24 per impedirne lo smantellamento in attesa dell'avvio delle trattative previste dalla legge 223/91, il cui inizio é fissato nel primo pomeriggio del 1 agosto.

In totale appoggio alle iniziative intraprese dagli operai, il SOL COBAS parteciperà al tavolo sindacale previsto con l'unico dichiarato intento di imporre un dietro-front rispetto alla decisione di chiudere Carpiano, disponibili, in alternativa, a prendere in considerazione unicamente un'ipotesi di ricollocazione degli esuberi su tutti gli impianti coinvolti dalla ristrutturazione.

Per il giorno 1 agosto, dalle ore 17.30, viene quindi convocata una conferenza stampa davanti ai cancelli della SDA di Carpiano, anche come occasione per approfondire tutti i retroscena e i risvolti politico-sociali della vertenza, e che fino ad ora non sono stati fatti emergere.

Sol Cobas - Sindacato Operai in Lotta Cobas

Sede nazionale: via Cesare Arici, 30 – 20127 Milano tel. 02.83526687 / fax 02.39293143

sito web: www.solcobas.org     e-mail: milano@solcobas.org

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