A seguito dello sciopero di due giorni grazie al quale si è allacciato una rete di fiducia con buona parte dei parenti degli ospiti, tutti si è ottenuto un grande risultato.
Lo scorso anno fra i tanti motivi per i quali si è trascinato Emmaus per l'ennesima volta in prefettura c'era anche il problema del microclima in un reparto protetto, dove gli ospiti e gli operatori venivano lasciati ad arrostire in temperature diurne (30/34 gradi) notturne ( 29/32 gradi) con unica soluzione di un ventilatore a pale e con alcuni ospiti trovati a dormire sul pavimento, nel vano tentativo di trovare refrigerio.
Questa primavera e per tutti i mesi successivi come lavoratrici unite nel Sol Cobas, si è continuato a sollecitare l'azienda che ha cominciato i lavori per installare l’impianto di aria condizionata, tuttavia pur di continuare a risparmiare tardava nel completamento.
LA SVOLTA
Dopo uno rapido e fruttuoso scambio di informazioni con i parenti degli ospiti, questi ultimi sapendo che SOL COBAS lottava anche per i diritti dei loro cari, con coraggio hanno protestato violentemente e direttamente al cospetto del direttore e, unitamente alla loro protesta verbale, è arrivata al direttore un messaggio social da parte delle lavoratrici che mettevano in evidenza quanti ospiti e quanti operatori avevano avuto malore, a cui sono seguite ulteriori minacce di rappresaglia.
RISULTATO
Il Direttore di Emmaus, incastrato dagli “eserciti” combattenti su due fronti, ha dovuto issare bandiera bianca con l’avvio della fine dei lavori per l'impianto di condizionamento,
Ora sia
le OSS SOL COBAS
sia
I PARENTI deI cari nonni
VEGLIANO TUTTI CON OCCHI VIGILI SUL TERMOMETRO: 24/26 gradi costanti, DIVERSAMENTE DAL QUALE NON POTRANNO NON PARTIRE SEGNALAZIONI SU SEGNALAZIONI, PROTESTE SU PROTESTE.
IL RISULTATO che finalmente SI NOTA TUTTI è il manutentore che, ALL’OCCORRENZA, si vede arrivare CELERMENTE.
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