L’allargamento e la creazione di nuove basi militari così come la realizzazione di nuovi comandi militari da cui è investita la Toscana, contro cui è convocata la manifestazione odierna, investe in realtà a gradazioni diverse l’intero territorio nazionale. Insieme all’aumento continuo delle spese e delle missioni militari all’estero esse sono la testimonianza del crescente militarismo del nostro governo (in piena continuità con quelli che lo hanno preceduto) e delle potenze occidentali riunite sotto le insegne della Nato o di altre alleanze militari a guida USA.
L’Italia, con la NATO, è nei fatti in guerra contro la Russia. Non solo con le armi sempre più distruttive fornite a Kiev, ma con la partecipazione sempre più attiva alle operazioni militari. Le basi presenti sul territorio italiano, in particolare Sigonella, sono diventate le piattaforme di decollo dei droni che spiano i movimenti delle forze armate russe e forniscono le coordinate per gli attacchi ucraini.
In quest’offensiva imperialista, il cui obiettivo dichiarato è quello di distruggere la Russia e piegarla agli interessi dei “padroni occidentali”, la popolazione ucraina è utilizzata come carne da macello.
Dopo aver visto per tanti anni peggiorare le proprie condizioni di vita, essa oggi paga con il sangue e la soppressione dei propri diritti la sottomissione del proprio paese agli sponsor occidentali che, attraverso l’indebitamento, stanno lavorando alla sua ulteriore svendita. Altro che libertà per gli ucraini!
Si tratta di quello stesso schieramento internazionale che sta sostenendo lo stato israeliano a compiere un vero e proprio genocidio contro la popolazione palestinese, a dimostrazione che le “ragioni umanitarie” addotte per giustificare il proprio interventismo sono solo una foglia di fico per coprire le proprie mire espansioniste.
Un interventismo che ci sta avvicinando a passi da giganti verso una nuova guerra mondiale che non ci vedrà semplici spettatori, come con i conflitti attuali, ma esposti direttamente ai rischi di distruzioni morte e ulteriore impoverimento; dove ad essere principalmente coinvolti saranno proprio i territori e le popolazioni dove sono installate le basi militari Nato, Usa e italiane.
Per convincerci ad accettare tutto questo e ad aderire alla loro guerra, il governo, i partiti ed i mass-media asserviti, ci chiedono di restare uniti per difendere la “nostra libertà” ed i “valori europei” minacciati dall’unico “vero nemico” da contrastare e unico responsabile del conflitto: la Russia.
Intanto i lavoratori, i precari, i disoccupati pagano con enormi sacrifici il sostegno dell’Italia all’Ucraina e gli interventi militari in altre aree del mondo a difesa degli interessi e dei profitti del capitale. Non solo perché le crescenti spese militari sottraggono risorse alle spese sociali, non solo per le gravissime conseguenze delle sanzioni (altra arma di guerra) contro la Russia (come l’aumento delle bollette), ma anche per la crescente militarizzazione della società e dei territori, a cui la presenza di nuove basi militari fornisce un ulteriore pretesto.
Infatti, come è accaduto nei due anni di emergenza pandemica, l’emergenza guerra viene utilizzata per imporre ulteriore disciplinamento e controllo sociale e per reprimere ogni opposizione a questo sistema o voce fuori dal coro. Ne sono la prova i continui provvedimenti liberticidi emessi dal governo e culminati nel Decreto Legge 1660 che nei fatti criminalizza qualsiasi mobilitazione politica e sociale attraverso la creazione di nuovi reati e di pene previste, con il sostanziale consenso delle cosiddette forze di opposizione.
Per tale motivo è più che mai urgente riprendere la lotta contro la guerra e il militarismo denunciando la criminale responsabilità di chi la fomenta, a cominciare dal nostro governo e delle altre istituzioni.
Come proletari non abbiamo niente da guadagnare lasciandoci irreggimentare dalla micidiale propaganda guerrafondaia dietro le insegne dei presunti valori occidentali che fino ad ora, utilizzando la concorrenza e la contrapposizione dei lavoratori dei diversi paesi hanno seminato solo rapina, sfruttamento e distruzione in giro per il mondo.
Abbiamo, perciò, un’unica strada da seguire:
- Rompere la pace sociale, organizzarci e lottare per la difesa dei nostri interessi di classe, distinti e contrapposti a quelli del capitale!
- Opporci all’invio di armi all’Ucraina, all’aumento delle spese militari e ad ogni intervento militare
- Opporci all’utilizzo di basi militari sui nostri territori per colpire la Russia!
- No alla costruzione di nuove basi Nato, Usa o italiane
- Stop al sostegno al governo israeliano nel suo criminale genocidio dei palestinesi
Sindacato Operai in Lotta Cobas
21 settembre 2024
TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE DI FIRENZE
Lombardia: Partenza in treno da Stazione Centrale ore 12.15 (328.4380809)
Romagna: Carovana di macchine con partenza da Savignano ore 12 (329.4680785)
Campania: Pullman da Napoli (334.1692423)