intestazione sol cobas

Israele sonista terrorista

Gruppo SDA:

I N V E R N O  C A L D O

Mentre il governo vara ulteriori e per lo più inutili misure restrittive dettate dal perdurare dell’epidemia COVID il crescente malcontento popolare comincia a produrre proteste e mobilitazioni nelle principali piazze d’Italia (Napoli, Milano, Torino,….) sui posti di lavoro continua a giocarsi quella che probabilmente risulterà essere la battaglia più decisiva di tutte.

Da una parte abbiamo centinaia di migliaia di operai/e per cui si avvicina la prospettiva da incubo della perdita definitiva del posto di lavoro, dopo 6 mesi di una cassa integrazione che in molti casi non è ancora stata erogata. Per non parlare del milione di lavoratori precari che il lavoro lo hanno già perso. In pratica….siamo già alla fame. Dall’altra il grande padronato, unico vero beneficiario delle misure economiche governative (cassa integrazione spesso non giustificata, finanziamenti a fondo perduto, sconti fiscali enormi, ecc….), prosegue famelico sulla strada dell’abbattimento sistematico del costo della forza-lavoro, sfruttando tutti i vantaggi dovuti alla crescita esponenziale dell’esercito di riserva dei disoccupati, applicando in maniera crescente il lavoro a chiamata, passando in pratica dal “caporalato malavitoso” messo in atto da molte centrali legate al mondo delle false cooperative, al “caporalato di stato” sancito da una giurisprudenza lavorativa soggetta ad una controriforma permanente e ovviamente peggiorativa,

Al momento una partita decisiva (non certo l’unica) si gioca alla SDA di Roma per via dell’imminente chiusura dell’attuale hub e del suo trasferimento a Passo Corese (Rieti). Pare infatti del tutto evidente che Poste Italiane/SDA/Consorzio Metra, si stiano giocando la carta di sfruttare il profondo disagio che ne consegue per i lavoratori (peraltro senza voler riconoscere nemmeno le indennità sancite dal CCNL in caso di trasferimento a più di 20 Km di distanza) per poi avere “carta bianca” sull’utilizzo di forza-lavoro precaria e sottopagata, rifiutando la stabilizzazione dei precari attualmente in forza e quindi per attingere, nell’immediato futuro a nuova forza-lavoro, ancor più precaria e ricattabile, reclutata tramite agenzie interinali.

La battaglia di resistenza messa in atto dagli operai SDA di Roma con le forme più svariate, e tuttora in corso, (finalmente con un forte segnale di unità fra SI e SOL Cobas sul terreno della lotta), non può essere quindi relegata ad una questione locale o specifica. Il fatto che essa consuma, nell’immediato, sulla pelle di un reparto specifico della classe operaia, non significa che essa non riguardi tutto il resto della filiera. Se la resistenza operaia di Roma viene sconfitta, questo finirebbe per avere conseguenze ulteriori nel resto del paese e, con tutta probabilità, non soltanto in SDA ma in tutto il settore della logistica dove fenomeni simili sono già in corso

Su queste basi, in stretto contatto con i delegati di SDA Roma, chiamiamo preventivamente alla mobilitazione in tutti i magazzini dove siamo presenti e dove, in molti casi, sono già attive vertenze specifiche che riguardano licenziamenti politici, violazione del CCNL e, più in generale, abusi di potere sistematici (Consorzio UCSA a Gorgonzola e Lonate), ritardi sistematici nell’erogazione degli stipendi (Biella e Novara), frammentazione degli appalti con accordi sindacali differenziati per sigla (Bergamo).

Motivi, tutti e ciascuno, che impongono una mobilitazione generale sull’obiettivo unificante non solo di vincere le vertenze in corso, ma anche e soprattutto quello di conservare e rafforzare la dignità sindacale e lavorativa conquistata al prezzo di dure lotte nell’ultimo decennio e che, come al solito, i padroni vorrebbero riprendersi indietro con gli interessi.

A nulla servirà arroccarsi a difesa della propria condizione attuale sperando che la tempesta passi oltre senza intaccare la propria condizione, che il lavoro non crolli, che il mercato regga ecc. L’esperienza (tanto quella attuale, quanto quella storica) ci dimostra esattamente il contrario. Vale a dire che se il padrone può manovrare liberamente, più aumenta i suoi profitti e più li utilizza contro la classe operaia aumentandone lo sfruttamento e le condizioni di schiavitù

La risposta che sapremo dare in SDA, e non solo, rappresenta quindi anche un prezioso contributo ad un possibile movimento più generale che le masse saranno costrette a mettere in campo per fronteggiare l’azione di un intero sistema economico e politico, il Capitalismo, ormai incapace di affrontare la propria crisi storica e forse definitiva e che, proprio di fronte al COVID, manifesta tutta la sua natura di classe (ovvero strumento di difesa dei privilegi dei settori sociali più ricchi e benestanti) e la propria assoluta incapacità di rappresentare le esigenze delle maggioranze proletarie e popolari che sopravvivono solo grazie alla propria forza-lavoro. Se la classe operaia non troverà la strada per mobilitarsi autonomamente, e nell’interesse più generale di tutti i settori sociali colpiti dalla crisi, le mobilitazioni a cui abbiamo assistito in questi giorni, rischiano solo di essere guidate e strumentalizzate da correnti politiche populiste che non hanno alcuna reale prospettiva di cambiamento complessivo della situazione e quindi destinate al fallimento più completo.

MARTEDI 3 novembre

Sciopero in molti magazzini SDA

Milano, 03 novembre 2020

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