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GLS puos e sordd

Si infiamma la lotta nella filiera GLS

 

PER UNA COSTITUENTE DEL SINDACALISMO DI CLASSE

La pandemia mondiale ha evidenziato ulteriormente il vero volto del capitalismo, e dei governi ad esso asserviti, con politiche che mettono al centro il profitto calpestando le esigenze sociali più elementari.

E così, mentre il governo Draghi si concentra sull’approvazione del PNRR per dare sostegno alle grandi aziende, le condizioni dei lavoratori e del proletariato in generale vanno incontro ad un continuo peggioramento, tra morti sul lavoro e per il lavoro, e la prospettiva di un’ondata di licenziamenti di massa, taglio delle pensioni e rimodulazione, in peggio, degli ammortizzatori sociali. Le raccomandazioni del potere finanziario (FMI, Banca Mondiale e BCE) per introdurre tasse sulle grandi ricchezze, si presentano solo come proposte ingannevoli, per addolcire la rabbia di milioni di proletari e, al contempo, per forzare la loro dipendenza dal carrozzone della politica statale.

In una fase di crisi acuta come quella in corso, dobbiamo invece prepararci a difenderci, e rispondere adeguatamente; gli attacchi scomposti e devastanti del Capitale metteranno all’ordine del giorno condizioni di miseria crescente per milioni di proletari e, con esse, anche la necessità di mettere in discussione, complessivamente, il modo di produzione che le produce.

Se è vero che la classe lavoratrice non ha nulla da sperare dall’attuale ordinamento sociale se non, appunto, sfruttamento più intenso e continue restrizioni, occorre lavorare per la crescita di una coscienza di classe a partire dai settori operai ed estesa a tutti i lavoratori e ai ceti popolari ad essi legati, indicando con chiarezza la necessità di costruire un’organizzazione generale degli sfruttati, la costruzione di un sindacato di classe che, partendo dalla lotte rivendicative immediate, dai luoghi di produzione ai bisogni nei territori di sevizi sociali efficienti, pubblici e gratuiti, sia, capace di coniugare costantemente queste lotte con gli interessi più generali dell’intera classe lavoratrice, quindi con un programma volto a superare il modo di produzione capitalista.

Da questo punto di vista consideriamo la direzione dei sindacati istituzionali concertativi prima, e collaborazionisti oggi, organici al sistema e, in quanto tali, irriformabili e inutilizzabili dalla classe lavoratrice nella sua marcia verso l’emancipazione dalla schiavitù salariale. Queste burocrazie non hanno più niente da dare ai lavoratori, non sono più disposte a mettere in campo azioni conflittuali, di lotta, di sciopero,se non per depotenziarle o deviarle dalla loro funzione.

D’altra parte si impone anche una critica al sindacalismo conflittuale ed indipendente. Parliamo di un’esperienza trentennale che, nonostante l’innegabile valore di alcune battaglie anche fondamentali, non è riuscita a mettere a fuoco una strategia corretta per costruire un’alternativa al sindacalismo di stato, laddove, troppo spesso hanno prevalso metodi verticistici e burocratici, attraverso espulsioni o arguzie per zittire qualsivoglia forma di espressione critica interna considerata minacciosa per la propria sterile egemonia, finendo in molti casi per soffocare le stesse avanguardie operaia di lotta. Debolezze che hanno compromesso la stessa identità su cui tali esperienze erano sorte, e che, infine, spiegano anche la sottoscrizione di accordi sindacali siglati in pieno stile “confederale”. Accordi che hanno introdotto l’autoregolamentazione degli scioperi anche oltre i limiti già esistenti a causa della legge 146/90 ed 83/2000 o che hanno sottoscritto l’attacco alle libertà sindacali rappresentato dal Testo Unico sulla Rappresentanza del 10.01.2014. Accordi che hanno introdotto flessibilità e straordinari, come la forfettizzazione nel settore della logistica, che hanno monetizzato la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, che hanno prolungato l’orario di lavoro in cambio incrementi salariali, accordi siglati per essere applicati ai soli iscritti; accordi che hanno dato “semaforo verde” ai padroni per le operazioni di “rottamazione operaia” tramite licenziamenti di massa concordati.

Su tali presupposti, e dichiarando tali pratiche come aliene ai principi e alle prospettive del sindacalismo di classe, la maggioranza dei metalmeccanici della FLMU, in rottura con la struttura confederale della CUB, ha scelto di fare appello a tutti i soggetti conflittuali per mettere in moto un percorso alternativo e tornare, finalmente, a mettere al centro un’azione coerentemente anticapitalista e un'organizzazione sindacale adeguata e coerente.

Convinzioni strategiche che hanno trovato immediata convergenza con le posizioni di AL.Cobas, Sol Cobas e SOA, che, conseguentemente hanno scelto di farsi co-promotori della presente proposta che sottoponiamo alla valutazione di tutte le componenti sindacali, gli organismi operai, i comitati territoriali per i diritti sociali e le avanguardie di lotta del settore pubblico e privato e che intendono dar vita ad un percorso nuovo, organizzato ed effettivamente unificante su contenuti politici e metodi organizzativi qualificanti.

Non puntiamo all’ennesima sigla sindacale, nè a creare patti, fronti o coordinamenti delle compagini già esistenti. La storia del sindacalismo di classe negli ultimi 30 anni ha ampiamente dimostrato che tali “sommatorie”, si riducono a “operazioni di apparato e di corto respiro”; che non producono ricomposizione effettiva ma, al contrario, ulteriori scomposizioni; che in esse prevalgono le pretese di egemonia, quindi di prevaricazione sulla storia degli altri, a protezione dei piccoli apparati già costituiti.

Puntiamo invece a creare un percorso organizzato su basi unitarie, sulla condivisione di un programma per la lotta di classe, su cui far crescere il dibattito e l'azione collettiva, che punti apertamente alla costituzione di una nuova e grande coalizione di classe, basata su un centralismo democratico e sul prevalere di un fine comune rispetto alle esigenze specifiche. Anche se in questo inizio di percorso si rende ovviamente necessario preservare l’autonomia organizzativa ed economica dei diversi promotori e/o aderenti, allo stesso tempo si rende necessario progettare il superamento di queste stesse autonomie, e puntare con coraggio a nuove strutture organizzative.

Con questo presupposto, convochiamo una prima riunione nazionale per il 17 Luglio (con tempi e modalità che comunicheremo al più presto). L'obiettivo della riunione, partendo dalla condivisione esplicita di questo documento, è quello di approfondire la discussione su questi contenuti, e, allo stesso tempo di cominciare a delineare ipotesi concrete su progetti organizzativi e strumenti di lavoro necessari a dargli gambe. Il passo successivo sarà quindi la convocazione, il 4 Settembre, di un’Assemblea Nazionale, possibilmente in presenza, che dia effettivamente inizio ad un percorso costituente necessario a creare basi concrete e democratiche per un sindacato di classe e di massa.

Parallelamente a questi passaggi organizzativi prospettiamo da subito una campagna generale e permanente di lotte, confrontandoci con tutte le soggettività che ne condividono la sostanza, il percorso e il fine; per valutare tutte le possibilità di realizzare mobilitazioni nazoinali che coinvolgano tutti i settori su alcuni punti centrali del conflitto che devono caratterizzare una piattaforma politico-sindacale di classe:

  • Contro le morti sul lavoro, per la sicurezza e tutela della salute dentro e fuori i luoghi di lavoro

  • Per una lotta intransigente contro ogni forma di licenziamento

  • Per la riduzione generalizzata dell’orario lavorativo

  • Contro le finte cooperative degli appalti e sub appalti al ribasso,

  • Per un salario minimo, intercategoriale di 1500 euro netti mensili

  • Per un piano di investimenti e di assunzioni straordinari in tutti i settori di pubblica utilità dalla sanità, al trasporto pubblico, dalla scuola ai servizi sociali in generale.

  • Contro ogni sospensione del lavoro e del salario per chi non si sottopone al vaccino obligatorio

  • Contro gli sfratti e per affermare il diritto all’abitare.

 

ESTENDERE LA LOTTA E COSTRUIRE UNA CONVERGENZA DI CLASSE

UNICA RISPOSTA ALL’OFFENSIVA PADRONALE

VERSO LO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE

 

FLMU - Federazione Lavoratori Metalmeccanici Unitari

SOL Cobas - Sindacato Operai in Lotta Cobas

A.L. Cobas - Associazione Lavortori Comitati di Base

SOA - Sindacato Operai Autoorganizzati

 

21.06.2021

 

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