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SDA: L'unità degli operai e la forza degli scioperi vincono sempre

Dopo due settimane di intensa battaglia è giunto il tempo di tracciare un primo bilancio della lotta che ha attraversato una parte rilevante della filiera SDA a livello nazionale. Il tutto ha avuto inizio, anche stavolta, nell'hub

milanese di Carpiano, una delle roccaforti del movimento operaio autorganizzato della logistica, in risposta ad una vera e propria provocazione messa in atto dal CPL (il consorzio appaltante) che il 4 settembre ha annunciato la sospensione immediata di 43 operai con contratto in scadenza a gennaio 2018. I delegati del SOL COBAS reagiscono immediatamente e impongono fisicamente l'ingresso in fabbrica di tutti i licenziati per poi respingere l'intervento dei carabinieri chiamati a eseguirne l'allontanamento.

Da quel momento si è registrata un'escalation di iniziative con assemblee, rallentamenti e scioperi sfociate infine nel picchetto a oltranza di lunedi 11 settembre. Con un'azione coordinata sono quindi entrate in battaglia prima i facchini e poi i corrieri di Piacenza (altro hub di SDA), Bergamo, Novara, Biella, Como, Cuneo, Vimodrone e Ascoli che hanno inchiodato SDA a livello nazionale.

La macchina organizzativa di SDA é andata in tilt e la vertenza ha svelato il suo contenuto essenzialmente politico dato che gli obiettivi dello sciopero si sintetizzano in due parole d'ordine molto chiare: 1.NO AI LICENZIAMENTI 2.FUORI IL CPL DAL MAGAZZINO.

Coi cancelli di Milano e Piacenza bloccati e gli operai delle altre filiali in sciopero, si stringe inesorabilmente la morsa che costringe l'azienda a cedere: dopo 18 anni di complicità nel business schiavistico, la SDA é costretta a scaricare i propri soci in affari e annuncia l'estromissione di CPL dall'appalto nominando d'urgenza un nuovo fornitore (UCSA) col quale viene siglato immefiatamente un verbale di accordo sindacale che garantisce l'assunzione di tutti i 400 operai e le condizioni economiche e normative precedenti. Gli operai vincono così, ancora una volta, la battaglia sul campo Ma non c'è tempo per i festeggiamenti dato che la battaglia di Piacenza è ancora in corso, laddove il fornitore El.pe, resta arroccato a difesa degli accordi sindacali al ribasso siglati con CGIL ad agosto, contro i quali gli stessi operai di Carpiano si sono mobilitati fortemente organizzando pullman interi di militanti sindacali.

La posizione ormai storica, dei Cobas volta a eliminare del tutto l'intermediazione delle cooperative è detonata nuovamente, respingendo il tentativo di attuare un licenziamento di massa e di colpire i delegati con l’intento di diffondere la paura e di riconquistare uno spazio di agibilità che il CPL aveva perduto; ma cosa ancor più preziosa, è stata praticata attuando l’effettivo controllo operaio sui mezzi produttivi, questione che supera per molti aspetti la pura lotta salariale.

Duole registrare, in quest’occasione, il comportamento contraddittorio e disfattista palesato dal SI.Cobas, organizzazione apripista di una stagione memorabile di lotte operaie. Dopo aver dato indicazione ai propri iscritti di non partecipare agli scioperi contro i licenziamenti (crumiraggio) e dopo che la resistenza padronale è stata piegata, ha messo in atto un ridicolo sciopero per resistere alla forza operaia che ha determinato l'estromissione del CPL. E cosa ancor più grave ha preteso il licenziamento di 43 operai precari (perché non aderenti alla loro sigla) Così facendo hanno vituperato in un sol colpo l'intero DNA del movimento da esso stesso creato. Lo slogan "toccano uno, toccano tutti", allo stesso tempo simbolo e programma del movimento nella logistica, è stato sacrificato indegnamente per lasciar posto alla svilente logica politica della difesa del proprio orticello. La sete di leadership ha prevalso sulla volontà e lotta operaia, per scivolare clamorosamente nel fronte dei suoi detrattori.

Un comportamento, che cozza ampiamente con quanto si dice di voler praticare e con gli obiettivi che vengono rilanciati con la proposta di sciopero generale del 27 ottobre: allargamento del fronte di lotta, superamento dei limiti del sindacalismo di base, libertà d'azione sindacale contro chi cerca di restringere il diritto di sciopero e di organizzazione delle lotte, etc.

Questioni su cui si dovrebbe riflettere profondamente e che non fanno che confermare l’attualità di una vecchia predizione: l'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi....O non sarà!

 

coordinamento nazionale Sol Cobas

 

Milano, 19 settembre 2017                   www.solcobas.org

 

 

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