L’intelligenza, neanche artificiale, ma oramai del tutto putrefatta dell’ennesimo governo(Meloni-Salvini) antioperaio, è innegabile che con le sue infami leggi ha determinato il massacro degli operai nel cantiere Esselunga di Firenze.
La strage di Firenze infatti, si inquadra nell’enorme cimitero che, giorno dopo giorno, si allarga con 3/4 lavoratori che quotidianamente perdono la vita nei luoghi di lavoro.
Tutti i partiti e tutti i governi sono complici, unitamente al sistema capitalistico o del pensiero unico del profitto che saldamente appoggiano, delle quotidiane mattanze a cui assistiamo da fin troppo tempo. Gravissime in particolare sono le colpe di Salvini che conosciamo fin troppo bene per essere uno tra i più acerrimi nemici dei lavoratori che, con Conte(M5S), fu l’artefice dei decreti(cosiddetti Salvini) che stabilirono condanne penali per i lavoratori che si organizzavano e lottavano(anche davanti ai cancelli) per le giuste rivendicazioni salariali e normative. Note a tutti sono poi i divieti di sciopero e di manifestare fortemente voluti dalla Lega con il governo Draghi prima e ora con Meloni.
Ma non si possono non tirare in ballo in questo scenario di morte, povertà e sfruttamento, gli stessi sindacati confederali che con il tappeto rosso steso 25 anni fa alla finanziarizzazione dell’economia(vedi fondi pensione gestiti da Cgil, Cisl, Uil, ecc.) stabilirono, con tutti i governi che si sono succeduti dopo il 2000, dei patti non dichiarati ma più che limpidi, di non belligeranza: tutte le risorse economiche dei governi che si succedono, non sono più destinate al corollario della sicurezza sul lavoro, ma alla tesi principale della competizione al ribasso di condizioni lavorative, oltre che di salari, favorendo così dividendi quanto più alti per la gestione dei fondi.
Una delegittimazione generale di questo sistema che sta raggiungendo livelli inverosimili di corruzione e che ora vede nel sistema della guerra permanente il prossimo filone in cui sversare ingenti risorse economiche, è più che mai urgente e necessaria. Già con lo sciopero del 23 febbraio e con la successiva manifestazione nazionale del 24 a Milano, è necessario far sentire forte la disapprovazione sia contro il genocidio in Palestina, sia contro le stragi di stato sui luoghi di lavoro.
Milano, 19 febbraio 2024