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COMUNICATO STAMPA

La vertenza in corso nelle sedi della GLS di Napoli e provincia, iniziata ai primi di marzo, ha messo in evidenza il carattere fraudolento e truffaldino del sistema di appalti e subappalti che governano le logiche del business che si consuma nel settore del trasporto e della logistica.

Una situazione certamente non isolata in questo settore, come dimostrano, in particolare, le inchieste delle procure di Milano e Torino, la prima che ha investito aziende del calibro di Gxo, Esselunga, Ups, Dhl, GLS, Schenker, Brt, coop Servizi Fiduciari di Sicuritalia, Geodis, Chiapparoli, Carrefour, Number One … e che al momento ha generato un recupero all’erario di 480 milioni di euro, la seconda in corso che riguarda un complesso sistema di società, tra cui Amazon, GLS e SDA, per una sospetta evasione di quasi 100 milioni di euro.

Lavoro nero, sottopagato, conseguente evasione fiscale e contributiva, fasulle conciliazioni in sede non protetta, nel tentativo di azzerare i pregressi che i lavoratori potrebbero rivendicare, carichi, orari e condizioni di lavoro che fanno carta straccia del Testo Unico sulla sicurezza (D.Lgs. 81/08), ecc., si sono consumati ed in parte continuano a consumarsi sotto la gestione, in questo caso, della Temi SpA, già Srl sin dal 1997, licenziataria esclusiva del marchio GLS per Napoli e provincia, del Sig. Francesco Tavassi, attuale Amministratore Unico e maggiore azionista e che ricopre o ha ricoperto ruoli, anche apicali, sia in ambito territoriale che nazionale (CONFEDRA, FEDIT, ASSOLOGISTICA, UNIONE INDUSTRILI DI NAPOLI, CONFINDUSTRIA…).

Una società che sfoggia trasparenza e affidabilità nella gestione finanziaria a livello propagandistico nel web (https://www.temiresponsabili.it/notizie/il-bilancio-economico-temi-2023) ma che non può fare altrettanto dinnanzi a lavoratori in carne ed ossa che operano sfruttati e malpagati in appalto e sub appalto, in somministrazione o al nero, in un contesto di sostanziale interposizione di manodopera maldestramente mascherata da oltre 30 società, tra agenzie di lavoro, società cooperative e srl/srls, etc.

Uno scempio che si consuma nei magazzini dove campeggia il marchio del Corriere Espresso GLS, di proprietà delle Royal Mail, leader di mercato nel settore del trasporto espresso nazionale ed internazionale, presente in Italia con 163 Sedi e 13 Centri di Smistamento dislocati su tutto il territorio nazionale.

Lavoratori che escono in consegna con mezzi e divise con il logo GLS, ma che non sono mai stati dipendenti diretti della multinazionale nemmeno un giorno della loro vita, né tantomeno della TEMI SPA, e che possono permettere al sig. Tavassi di fregiarsi del fatto che i risultati raggiunti “sono stati più che soddisfacenti se contestualizzati negli attuali scenari generali economico-finanziari. Risultati confermati, tra l'altro, dall'andamento ancora in crescita del fatturato riscontrato nel primo trimestre 2024”.

Ora che i lavoratori hanno alzato la testa e lottano organizzati per uscire da questo meccanismo di super-sfruttamento raggiungendo obbiettivi concreti come la regolarizzazione dei rapporti di lavoro, i passaggi a full time in sostituzione di fittizi rapporti part-time, adeguamenti salariali nel rispetto del CCNL di categoria, il riconoscimento di indennità, in particolare per il personale viaggiante, dei carichi di lavoro più adeguati …, la TEMI SPA passa al contrattacco in virtù del fatto che vede intaccati i suoi profitti.

Ora che i lavoratori, rivendicando i loro diritti calpestati, intaccano il crescente fatturato raggiunto dal sig. Tavassi attraverso un sistema, a nostro avviso, fraudolento ed in violazione delle normative vigenti (sia in riferimento al CCNL di settore che sul piano giuridico e giurisprudenziale), si scatena il tentativo di colpirli e di dissuaderli dal rimanere o dall’iscriversi ad una sigla sindacale ritenuta sgradita.

Il tentativo di estrometterli dai magazzini e di licenziarli mentre è in corso un tavolo in Prefettura sulla vertenza passa per la sospensione di 70 facchini e 38 corrieri con il fine di licenziarli e/o trasferirli e la messa in ferie forzate di altri 27 lavoratori tutti iscritti al Sindacato Sol Cobas.

Agli scioperi per rivendicare salari e condizioni dignitose di lavoro, l’eliminazione dello spezzatino societario che genera il far west dei trattamenti con l’istituzione di un fornitore unico per ogni sede, così come la GLS sta attuando dopo le inchieste delle procure italiane, la TEMI SPA risponde con un’azione antisindacale con il fine di perpetuare lo status quo, mentre tra le società che operano per essa non sono mancate minacce a lavoratori e alle loro famiglie nel tentativo di costringerli a fare un passo indietro.

Il fatto che TEMI SPA sia franchisee di GLS non solleva la multinazionale, sul piano etico, morale e sostanziale da quanto accade sotto il proprio marchio. Non saranno certo le certificazione a vario titolo che la TEMI o la GLS possono vantare a sollevarli dalle loro responsabilità di fatto.

Se la parte datoriale vuole andare allo scontro frontale il sindacato non si tirerà indietro. Non lasceremo un solo lavoratore abbandonato all’azione antisindacale che in questi giorni si è manifestata con decine di comunicazioni di sospensione cautelari. Alla lotta sindacale che svilupperemo richiamando al vincolo di solidarietà i lavoratori della filiera a livello nazionale con l’indizione di iniziative di questo tenore, avvieremo contemporaneamente anche quelle su altri fronti per far emergere tutto il marcio che sottende questo sistema di sfruttamento che l’assenza di sindacalizzazione sino ad oggi ha tenuto nel silenzio.

L’adesione a questo sindacato dei lavoratori delle sedi GLS della Campania non è avvenuta attraverso una campagna di tesseramento. Gli operai si sono organizzati e sindacalizzati per dire ORA BASTA e per uscire dal medioevo.    

logo Sol Cobas

 

                                  Sindacato Operai in Lotta Cobas

Milano, 28/10/2024                                             

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